MADREPATRIA

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1978. Hilary è un dissidente politico inglese. Scappato dall’Inghilterra quattordici anni prima insieme alla moglie (Bron), ha trovato rifugio in un posto sperduto della Russia.
La monotonia delle giornate non sembrano scalfirlo, mentre Bron è evidentemente impaziente dell’arrivo dei loro ospiti.
Gli unici “amici” che l’ormai anziana coppia può dire di avere sono Eric e Olga: lui è un’inglese, bandito per motivi poco chiari, lei è ebrea. L’unione di questa giovane coppia è stata segnata dal dolore fisico delle torture e da quello psicologico. Olga vive come se non avesse patria. Eric invece muore dalla voglia di tornare in Inghilterra, anche se ciò significherebbe finire in carcere a vita.
Olga in passato è stata oggetto di uno scambio (forse era una spia anche lei) ed è riuscita a salvare la vita di Eric facendolo includere nel patto. L’uomo distrutto dal peso dell’esilio arriva a desiderare la morte dell’apatica moglie pur di tornare nella madrepatria.
Gli ospiti tanto attesi da Bron sono la cognata (Veronica) e il marito Duff. Lui lavora al Ministero degli Esteri e giunge con la proposta di un rimpatrio. Bron accetterebbe su due piedi, ma Hilary no. Egli ha tradito una nazione per la convinzione che il sistema sovietico fosse migliore. Non è facile tornare indietro.
Eric sospetta qualcosa e sopraggiunge improvvisamente per avere modo di esporre la sua situazione all’ospite britannico. Riconosce in Duff l’uomo con cui ebbe anni prima una breve relazione. L’ospite non si lascia intimorire dal velato ricatto e stronca in Eric ogni speranza di rimpatrio.

Personaggi:    3  uomini    –    3   donne

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