LA SIGNORA FARNSWORTH

“La Signora Farnsworth” è una signora benestante di mezza età, appartenente alla classe alta della società americana che decide di iscriversi all’università per frequentare un corso di scrittura creativa e per poter così riscrivere il suo libro, le cui pagine, secondo il racconto della donna, sono state bruciate dal marito, un Repubblicano. Il corso è tenuto da Gordon, un lettore universitario e scrittore, che durante tutta la messinscena funge da interlocutore per la signora Farnsworth, la quale, incitata dal giovane, esprime tutto il suo odio nei confronti di Bush, tema centrale del suo libro. Dal suo racconto allusivo, si ha la sensazione che ella, da giovane, abbia conosciuto Bush e che abbia avuto con lui una breve relazione, conclusasi tristemente a causa del perbenismo repubblicano della famiglia del ragazzo, dipinto come un bamboccio in balia dei parenti. Il marito della signora Farnsworth interviene alla lezione per esplicare le sue motivazioni, confessando di non essere un repubblicano, come si è spinti a credere dalle parole della signora Farnsworth, bensì un democratico con idee idealiste che preferisce la lotta pacifica a quella sovversiva. La ragione per cui ha gettato – come si scopre in seguito – e non bruciato alcune pagine della bozza del libro, è da ritrovarsi nel tentativo dell’uomo di difendere la moglie dallo scherno e dalle pressione legali e giornalistiche che potrebbero derivare da una potenziale pubblicazione. La donna dimostra infine la sua fragilità e l’incapacità di abbandonare i suoi valori puritani che così profondamente le sono stati inculcati dal bigottismo familiare, decidendo di rinunciare a portare avanti la sua lotta, nonostante le pressioni di Gordon. Un’opera che attacca non soltanto l’amministrazione Bush e il governo americano, ma tutti i valori su cui si fonda la società statunitense, valori che in realtà non si dimostrano così democratici come risultano all’apparenza, bensì bigotti e protettori dello status quo.