CHE COSA DIREMO A CAROLINE?

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In una remota scuola chiusa vivono il preside Arthur Loudon, un omino collerico, e sua moglie Lily, che egli si ostina a chiamare “Bin”. La loro vita è dedicata all’educazione di fantomatici studenti-bambini. È il compleanno di Caroline, la figlia diciottenne dei Loudon. La ragazza non ha mai parlato e si presenta apatica e distaccata. L’unico elemento di disturbo in questa quiete gelida e mortifera è Tony Peters, l’aiuto assistente del preside, un uomo avvenente che da vent’anni finge di corteggiare Lily in un paradossale, quanto irreale, gioco di tradimenti. Il finto amore adulterino genera spirali di insensatezze: la collera di Arthur non è altro che la maschera di un uomo sconfitto, incapace di dire alla moglie quanto la ami, e che per dimostrarglielo ha bisogno del terzo incomodo; Lily è grata a Tony non per il suo “amore” ma perché la sua presenza costringe Arthur ad essere geloso; e Caroline bacerà Tony come simbolo dell’amore e dell’indipendenza. Tony è dunque uno strumento nelle mani dei Loudon. È un uomo solo, è uno che fallisce in tutto anche nell’ultimo disperato tentativo di mettere fine alla farsa. Perché tra tante chiacchiere inutili ci deve pur essere un messaggio importante da trasmettere a Caroline, un messaggio che l’aiuti a vivere la sua vita oltre i fallimenti dei tre. Ma nessuno riesce a dire nulla a Caroline. Paradossalmente sarà lei a parlare: svela di aver trovato un posto in banca e abbandona la famiglia. Lo shock per Lily è devastante e Arthur supplica Tony di continuare la farsa per amore della moglie. E così il gioco ricomincia.

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Personaggi: 2 uomini – 2 donne

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