DODICI STERLINE

Inghilterra, 1910. Harry Sims sta per ricevere il titolo di cavaliere. Trascorre la giornata insieme a sua moglie, Lady Sims, a fare le prove per la cerimonia; quand’ecco arrivare la dattilografa che egli aveva assunto per rispondere alle lettere di congratulazioni. La donna si rivelerà essere Kate Sims, la prima moglie di Harry, la quale si ritrova casualmente al servizio dell’ex marito. Se il primo istinto di Harry è quello di cacciarla di casa, poi ecco un ripensamento per cercare di scoprire il nome dell’uomo con cui Kate è scappata quattordici anni prima. Ma la verità sarà per Harry ben peggiore. Kate non sopportava la spasmodica ricerca di successo del marito, un successo a cui tutto e tutti erano sacrificabili. Non c’è mai stato un altro uomo, ma fu solo il desiderio di libertà a spingere la donna all’abbandono del tetto coniugale.Harry sa soffocare tutte le sue donne con la sua vanagloria; Kate riesce a notare come l’attuale moglie abbia perso la luce interiore, che emanava il giorno delle nozze, sotto un totale servilismo. Però la fugace apparizione della “dattilografa” lascia presagire un cambiamento radicale anche in Lady Sims. Barrie rinuncia al distacco dell’autore per intromettersi nelle didascalie con dei giudizi sui pensieri e sugli atteggiamenti dei suoi protagonisti. I toni affettati e spasmodicamente “borghesi” concordano con l’epoca post vittoriana in cui si colloca la vicenda. Va notato come Barrie stesso si immedesimi in questa “mediocrità” per demolirla dall’interno. Proprio questi tratti permetterebbero alla commedia di essere anche “re-ambientata” nel presente.